PREVENZIONE E CURA

Fin dalla più tenera età, la prevenzione è il primo requisito per avere una bocca sana. Gli strumenti più efficaci per attuarla sono una corretta igiene personale e il controllo periodico dal dentista che consente di individuare l’insorgenza di una malattia nelle fasi iniziali. Oggi ci sono anche altri piccoli accorgimenti che possono aiutare denti e gengive a difendersi da carie e infezioni, evitando il ricorso a cure più invasive.

L’igiene orale professionale è il primo e fondamentale intervento a tutela della salute della bocca ed è alla base di qualsiasi strategia di prevenzione. La nostra bocca è un ambiente naturalmente ricco di batteri, in contatto diretto con il “mondo esterno” e con l’apparato digerente. È quindi facile che si instaurino situazioni infiammatorie. Una corretta igiene del cavo orale contribuisce a limitare la carica batterica e a ristabilire un equilibrio ottimale.

Grazie a una corretta igiene dentale periodica, infatti, si può evitare lo sviluppo di carie; inoltre, si salvaguardano le gengive da infiammazioni e sanguinamento, fino a ridurre l’insorgenza di un’eventuale malattia parodontale che potrebbe causare la perdita del dente.

L’igienista dentale svolge un ruolo fondamentale nel segnalare eventuali problematiche; spiega al paziente quali strumenti e quali tecniche adottare nell’igiene quotidiana, senza la quale la profilassi in studio perderebbe gran parte della sua efficacia. L’igienista dentale è, inoltre, in grado di favorire il mantenimento degli impianti osseointegrati attraverso manovre e interventi di pulizia profonda dei pilastri implantari che si aggiungono a quelli effettuati quotidianamente dal paziente.

Nelle nostre sedute d’igiene è praticata anche la fluoroprofilassi: un’applicazione di fluoro concentrato capace di remineralizzare le lesioni iniziali di decalcificazione dello smalto causate dai batteri. Oltre a combattere la carie e a rinforzare lo smalto, il fluoro viene impiegato a conclusione dell’igiene dentale perché reintegra le superfici trattate riducendo al contempo la sensibilità radicolare post-trattamento.

Vi sono casi in cui la malattia parodontale (parodontite o piorrea) si manifesta in maniera insolitamente prematura, con conseguente riassorbimento del supporto osseo e retrazione gengivale fino alla perdita del dente.
 
In DentalBreraClinic è possibile eseguire un test per individuare con largo anticipo l’eventuale predisposizione genetica. Vengono prelevate alcune cellule mucose all’interno della guancia mediante il rotolamento di un cotton fiock. Si raccolgono, inoltre, i campioni batterici presenti nelle tasche gengivali, inviandoli a laboratori specializzati che analizzano i campioni e indicano quale terapia farmacologica è più adatta all’eliminazione batterica.
 
In questo modo si riducono i fattori di rischio per lo sviluppo della malattia e se ne rallenta il decorso. Lo screening va sempre abbinato a un corretto programma d’igiene orale e cura delle gengive.
Comunemente chiamata piorrea, la malattia parodontale colpisce i tessuti di supporto dei denti (osso e gengiva), con sintomi che vanno dal sanguinamento all’insorgenza della sensibilità dentale e a un aumento della mobilità dentale, fino a determinare la perdita dei denti non più adeguatamente sostenuti. Vi sono alcuni trattamenti che si possono eseguire per rallentare o addirittura eliminare la malattia.
 
Causa principale del problema è la presenza di placca batterica e tartaro sottogengivale. È importante, quindi, impostare una terapia preventiva mirata attraverso regolari sedute di igiene, durante le quali l’igienista dentale rimuove in maniera profonda e accurata i residui che si accumulano nelle tasche gengivali. La durata e la frequenza dei controlli periodici vanno stabilite e rispettate rigorosamente, pena il ripresentarsi della malattia.
Una tecnica per la prevenzione della carie è la sigillatura dei solchi occlusali dei denti, particolarmente efficace e raccomandata soprattutto nei bambini che non hanno ancora acquisito una buona manualità e la consapevolezza dell’importanza di una corretta igiene orale. Le sigillature rappresentano un escamotage meccanico e non invasivo per ostacolare la formazione della carie in un momento in cui il rischio è molto elevato, complici l’alimentazione zuccherina e un’anatomia dentale difficile da detergere. Tale tecnica consiste in una detersione dei solchi superficiali e nella loro chiusura con vernici sigillanti e protettive che eliminano le condizioni locali anatomiche allo sviluppo della carie.
 
La stessa pratica si applica anche per trattare i denti degli adulti che, per caratteristiche personali – elevata carica batterica, solchi molto profondi, difficoltà a seguire una pratica regolare d’igiene domiciliare – hanno la tendenza a sviluppare carie.
 
Esistono anche le sigillature interprossimali, frutto della ricerca più recente, che ha messo a punto un tipo di protezione efficace contro le demineralizzazioni che possono interessare due denti contigui. Questa zona è la più critica in quanto non usufruisce dell’autodetersione che avviene con la masticazione. Nello spazio tra un dente e l’altro l’unico modo per raggiungere la placca è il filo interdentale, uno strumento troppo poco usato, oppure utilizzato in maniera non corretta.
Chi desiderasse schiarire il colore dei denti può sottoporsi a una seduta di sbiancamento professionale. In DentaBreraClinic tale procedura viene effettuata mediante l’applicazione di un gel a base di perossido di carbamide sulla superficie dello smalto. Se necessario, si può prevedere un trattamento domiciliare aggiuntivo di una o più settimane. Allo scopo, si realizzano mascherine personalizzate per l’applicazione quotidiana del materiale, che vanno mantenute durante l’intera notte o per qualche ora nella giornata.
 
Con lo sbiancamento si possono trattare i denti devitalizzati dall’interno, in modo da schiarire anche un singolo dente, uniformandone il colore col resto della dentatura.
 
Questa tecnica non ha effetto sui denti ricoperti in ceramica e sulle otturazioni, ma non presenta alcun rischio di danneggiamento per lo smalto.
 
Unico possibile effetto collaterale, peraltro temporaneo, può essere un aumento della sensibilità nei giorni successivi al trattamento; effetto che può essere attenuato con l’impiego di un collutorio al fluoro o con applicazioni di fluoro direttamente sui denti.
Quando, nonostante la cura e la prevenzione, il dente si caria, la soluzione migliore è sempre quella meno invasiva.
 
Se la lesione causata dai batteri si limita allo smalto, oppure si approfondisce nella dentina ma si mantiene a distanza dalla polpa del dente, sarà sufficiente rimuovere la carie per poi ricostruire il dente con l’impiego di materiali compositi di ultima generazione che imitano il colore naturale dello smalto.
 
Tutte le superfici dei denti possono essere interessate da un’otturazione; tuttavia la zona interprossimale è la più insidiosa e difficile da raggiungere in fase di cura. Le otturazioni possono essere utilizzate anche per riparare le abrasioni nella zona del colletto, dovute a un uso non corretto dello spazzolino.
 
Se la carie è molto estesa, si ricorre preferibilmente a un intarsio, ovvero una piccola “scultura” in ceramica o resina della porzione del dente mancante. L’intarsio viene realizzato in un unico pezzo da un odontotecnico, in seguito alla presa di un’impronta tradizionale o digitale della cavità. L’odontoiatra, infine, procede alla cementazione dell’intarsio: il risultato estetico e funzionale finale sarà invisibile dal resto del dente.
Quando la carie raggiunge la polpa, ovvero la parte interna e innervata del dente, diventa indispensabile effettuare una devitalizzazione: si rimuove la polpa, si puliscono i canali del dente e infine si riempie lo spazio con un materiale inerte che sigilla il canale. Questa procedura è indispensabile per evitare che la carica batterica dell’infezione possa causare conseguenze più gravi e croniche. È il caso dei granulomi, che si possono formare all’apice della radice del dente a causa di una devitalizzazione eseguita in maniera non corretta.
 
La devitalizzazione consente comunque di evitare l’estrazione del dente, lasciando che esso continui a svolgere il suo lavoro nella posizione originaria, come se fosse ancora perfettamente sano.
Bruxismo, digrignamento notturno, alimentazione troppo acida e reflusso gastrico sono tutte causa di abrasione o erosione dei denti, che appaiono consumati come se fossero stati limati. Se il fenomeno è ancora all’inizio, l’odontoiatra è in grado di evidenziarlo e di aiutare il paziente a capire i motivi che lo causano.
 
Le conseguenze negative dell’abrasione dentale sono molteplici: riducendosi l’altezza dei denti e delle arcate, possono verificarsi disfunzioni nella funzione masticatoria; se la parte abrasa scopre la porzione interna dei denti, si hanno fastidiosi problemi di sensibilità. Inoltre, l’assottigliamento dello strato protettivo dello smalto dovuto all’erosione facilita l’insorgenza di carie.
 
È dunque indispensabile intervenire subito con misure adeguate, in funzione del grado di erosione e degli equilibri muscolo-scheletrici del paziente. Nei casi più semplici si può ricorrere all’aggiunta di materiale modellato direttamente sui denti, opportunamente preparati. La tecnica Table-Top prevede invece la realizzazione di restauri in ceramica che vengono cementati sui denti. Nelle situazioni più gravi, infine, si può ricorrere a una riabilitazione protesica più complessa. In tutti i casi, il risultato estetico sarà sorprendente.
 
Se l’abrasione dentale è causata dal bruxismo (digrignamento), è fondamentale proteggere i denti mediate un bite personalizzato che il paziente dovrà indossare di notte. Si tratta di un apparecchio in resina rigida che evita il contatto tra i denti delle due arcate e quindi l’usura conseguente al digrignamento. Col tempo, il bite consente alla muscolatura masticatoria di rilassarsi, inducendo l’attenuazione di molti disturbi conseguenti al bruxismo, come dolori muscolari, cefalee e vertigini.